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Cybersquatting

cybersquatting

Quando si configura la malafede nella registrazione di un nome a dominio? Nell’ambito della registrazione dei nomi a dominio vige il principio “first come first served”, in buona sostanza: se il dominio è libero, posso registrarlo. Ma, è legittimo registrare un nome a dominio simile ad un marchio famoso? Costituisce un vantaggio per l’impresa monitorare la rete internet per impedire violazioni ai propri diritti di privativa industriale?

Al fine di rispondere alle domande precedenti, è possibile soffermarsi su un recente caso di cybersquatting, nella sua forma del typosquatting, trattato dal Centro Arbitrato e Mediazione del WIPO (World Intellectual Property Organization) nell’ambito delle procedure sulle controversie relative ai nomi a dominio.1

La pratica del cybersquatting consiste generalmente nel registrare nomi a dominio, riconducibili a marchi o nomi noti con l’intento di rivenderli a chi potrebbe averne diritto o di ricavare comunque dei vantaggi economici da tale registrazione.

Il typesquatting (da squat = occupare abusivamente e typo = errore di battitura) è una tipologia di cybersquatting, basata sulla registrazione di nomi a dominio simili a marchi o nomi noti che si differenziano dagli stessi per poche lettere o anche per una sola lettera, in sostanza la parola simile al marchio originale si differenzia dallo stesso solo perché sfrutta gli errori che l’utente può commettere, nel digitare alcune parole sulla tastiera. Questo permette di dirottare l’utente su altri siti, diversi da quello che egli stava in realtà cercando.

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