News

 

La Suoneria che non può diventare un marchio

14322603_1790789607871429_914971105081765701_n

 

La suoneria che non può diventare un marchio
Il Tribunale dell’Unione europea ha bocciato il ricorso della Globo, società brasiliana: «È troppo banale»
Troppo banale per diventare un marchio. È questa la motivazione addotta dal Tribunale dell’Unione europea per giustificare la respinta del ricorso della Globo, società brasiliana che aveva richiesto all’Euipo (Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale) di poter registrare come marchio una breve suoneria per tablet e smartphone.

L’Euipo si era opposto, contestando al marchio sonoro in questione una eccessiva ordinarietà. Secondo l’Ufficio sarebbe passato inosservato, senza poter essere memorizzato dal consumatore. La Globo ha quindi deciso di appellarsi al Tribunale dell’Unione, forte del fatto che, secondo la normativa, i suoni possano costituire un marchio a condizione di essere riprodotti anche graficamente. Cosa avvenuta nel caso della Globo, dato che il marchio richiesto è stato rappresentato attraverso note musicali su un pentagramma.

Caratteristica essenziale, ma non unica. Il Tribunale ha infatti respinto il ricorso della Globo sentenziando che,quella suoneria sarebbe stata percepita dal grande pubblico come una mera funzionalità dei prodotti e dei servizi e non come un’indicazione della loro origine commerciale. In sostanza, un suono standard di un telefono non può essere registrato se troppo banale e anonimo. Decisione che va letta come una tutela per il consumatore: deve essere in grado, senza previa conoscenza, di identificare una determinata suoneria come una caratteristica distintiva e iconica di una società (si pensi al famosissimo “Hello” di Motorola).

I due “sol diesis” ripetuti, scelti dalla Globo, non presentano questa peculiarità. Il gruppo brasiliano avrà comunque due mesi di tempo per impugnare la sentenza e presentarsi dinanzi alla Corte.

Share Button