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Musica di sottofondo in una sala d’attesa….. bisogna pagare i diritti?

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La domanda dalla quale partiamo è la seguente: la diffusione di musica di sottofondo in uno studio professionale comporta il pagamento dei diritti? Per rispondere citiamo il caso di un dentista che veniva inizialmente condannato a pagare i diritti alla Società consortile fonografici (Scf) salvo poi ottenere il ribaltamento della sentenza.

Il professionista presentava ricorso alla Corte di Cassazione, che lo accoglieva, avallando una sentenza del 2012 della Corte di Giustizia Europea avente come oggetto un contenzioso tra dentisti e Società consortile fonografici, già vinto in primo grado dai dentisti.

La Corte di Giustizia Europea riteneva che la diffusione di musica in studi di liberi professionisti non era assimilabile ad una diffusione in luogo pubblico, proprio perché uno studio dentistico non è un luogo aperto al pubblico ma è un luogo dove si esercita la professione privatamente previo appuntamento.

Per la Corte di Cassazione è valso lo stesso concetto: lo studio privato di un dentista non può essere considerato pubblico e quindi nessun compenso è dovuto. Ovviamente il principio può essere esteso a tutti i liberi professionisti, cioè si tratta di una sentenza valevole per tutti gli studi professionali privati.

Diverso invece il caso ad esempio di feste a carattere privato con musica dal vivo o registrata, in luoghi diversi dalla propria abitazione. Qui vige la normativa che tutela il diritto d’autore. In questo caso sarà obbligatorio pagare i diritti alla SIAE e sarà necessario attivarsi per le pratiche burocratiche finalizzate ad ottenerne il permesso.

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